IL PUNGOLO

Avere due figlie non era ormai molto frequente come situazione. Nella società attuale la eugenetica permetteva di scegliere il sesso dei figli, quindi tutti quelli che decidevano di avere due figli, sceglievano i due sessi diversi: un maschio e una femmina. La coppia perfetta per un sano sviluppo cognitivo e sociale, come era ormai assodato dalla ricerca scientifica. La scelta del primo figlio era molto più psicologica e sociale: aspettative, proiezioni, desideri, inviti, esigenze familiari di riscatto, questioni di lavoro futuro o legate all’eredità ecc. Quindi la scelta del sesso del primo figlio era abbondantemente riflettuta. Ma la scelta del sesso del secondo figlio era automatica: dipendeva dalla prima. Infatti anche i medici e il personale erano ormai abituati a non prestare attenzione alla scelta del sesso del secondo figlio.
Nessuno aveva più il diritto di fare più di due figli. L’obbligazione era stata adottata negli ultimi decenni in maniera concorde da tutti gli stati per una collaborazione concreta sulla sovrappopolazione mondiale. Le campagne pubblicitarie erano state capillari e la popolazione aveva completamente accettato il messaggio, vedendone i vantaggi sul sistema sociale. Le rare coppie che si ribellano pagavano la loro scelta con l’assenza di scolarità e di registrazione anagrafica del terzo figlio, fino al completo isolamento sociale del nuovo nato e di tutta la famiglia. Molto spesso i terzi figli entravano nel mondo del lavoro per occupare posizioni più umili e faticose oppure erano ubriachi e falliti. Una condanna che alcune coppie facevano vivere al terzo figlio in nome della libertà di procreazione.
Luigi e Virginia avevano fatto come prima scelta quella di una bambina. Le motivazioni erano quelle di rendere contente la madre Camilla e la zia Susy, la sola famiglia di Luigi. Come figlio unico e orfano di padre da adolescente, voleva rendere la madre e la zia contente il più possibile. Entrambe avevano suggerito che una bambina era più facile da gestire e con esigenze meno fisiche per occuparsene. Virginia non aveva una particolare predizioni e invece Luigi sosteneva la proposta della madre e della zia in maniera convinta. La prima bimba nacque dunque al momento programmato. La scienza aveva resto il processo di gravidanza pianificato nei minimi dettagli così da rendere il tutto meno traumatico.
La piccola si chiama Polly. Avevano deciso che sarebbe stata bionda, occhi azzurri, pelle chiara quasi diafana, altezza medio-alta, peso tendente al magro. Inoltre avevano investito ulteriormente con delle opzioni supplementari quali carattere estroverso, ottimista e resistenza alle dipendenze affettive. Quest’ultima era una nuova opzione che era stata appena stata aggiunta al menù proposto ai neo-genitori per poter mettere la futura figlia al riparo da storie sentimentali sbagliate. Avrebbero voluto aggiungere altre opzioni come l’intelligenza matematica, artistica o altro ma non avevano altro budget a disposizione.
Ogni opzione comporta dei costi aggiuntivi sulla programmazione del Dna. Luigi e Virginia avevano messo a disposizione della piccola tutti i loro investimenti, insieme a quelli della madre e la zia di Luigi. Il risultato fu ripagato abbondantemente. Una volta nata, la giovane coppia era incantata a vedere la piccola Polly, insieme alle neo-nonna e neo-zia affacciate anche loro sul lettino:
- “É bellissima”.
- “Sarà una modella.Come è alta!”.
- “Forse una presentatrice”.
- “Dovevamo attivare anche l’opzione canto”.
- “Ma no, va bene così. Io spero solo che si sposi uno ricco. Farà un matrimonio da favola”.
- “Il carattere è quello giusto: ottimista e positiva. Una vera principessa”.
- “In fondo vogliamo solo che ci porti benessere in famiglia”, aggiunse Virginia.
- “Si, è adorabile”.
Luigi e Virginia aveva dei buoni lavori. A loro volta i loro rispettivi genitori avevano attivato l’opzione intelligenza matematica per potergli dare la possibilità di trovare un lavoro stabile, sicuro e con delle entrate regolari. La loro genetica gli aveva permesso di acquistare una casa, vivere in maniera dignitosa e mettere da parte un po’ di soldi per le opzioni genetica da dare alla loro figlia. Erano riusciti nel loro sogno di vita perfetta. La figlia avrebbe portato entusiasmo e ottimismo alla loro vita.
Tuttavia le coppie più facoltose della loro potevano permettersi una programmazione altamente più specifica, con anche venti, trenta o cinquanta opzioni da impiantare nel DNA. Il costo totale poteva essere anche molto elevato ma i risultati erano sbalorditivi e ripaganti. Avere in famiglia una futura modella, una presentatrice televisiva, una ballerina, un architetto, un designer di successo e tanto altro non era più lasciato al caso, all’educazione o alla fortuna. In questo modo, le famiglie facoltose erano sicure di poter proporre i futuri protagonisti della vita musicale, sociale, culturale e politica a livello mondiale, replicando e perpetuando in maniera continua il loro benessere e capitale.
Un sistema che ormai non si poteva mettere più in discussione da quando la scelta si era democratizzata a tutti. Infatti anche ai più poveri veniva concessa la scelta di due opzione di base proposti in maniera gratuita: il sesso e il colore della pelle. Un’opzione di scelta illusoria considerando che la scelta del sesso era orientata e suggerita in maniera più o meno diretta e aggressiva dalle autorità sulla base di un equilibrio statistico nella categoria socio-economica di appartenenza. Il colore della pelle era psicologicamente prevedibile: la coppia replicava solitamente il colore della madre o del padre. Su questo le autorità non prestavano particolare interesse, considerando che l’andamento complessivo mostrava un orientamento forte verso l’uniformità nella scelta di un singolo colore (la pelle chiara) e delle opzioni principali (altezza media-alta, colore biondo e occhi azzurri). Quindi lasciare le coppie giocare con la scelta dei colori era del tutto ammesso, per garantire un minimo di variabilità e continuare a fornire l’illusione ai genitori di avere una scelta e un controllo della procreazione. Gli studi avevano mostrato l’importanza di questi aspetti psicologici per l’ottimale funzionamento delle politiche economiche e sociali.
L’attenzione nella scelta delle opzioni supplementari da attivare, oltre le prime due gratuite, era alta e tutti ne avevano compreso i vantaggi, sia per il singolo che per la famiglia. Per esempio, alcune famiglie sostengono economicamente tutte insieme l’acquisizione di una opzione particolare per il futuro nipote o futura nipote, come il talento musicale. In questo modo avevano la possibilità di essere ripagati e rimborsati della spesa una volta che il giovane era in capacità di mettere a frutto l’opzione. Intere comunità familiari sceglievano attentamente cosa sarebbe stato più opportuno per la famiglia e la comunità, fino a forme di debito anche importanti. Alcune comunità infatti mettevano insieme i soldi per attivare dieci o quindi opzioni e sperare nel successo del futuro piccolo. Tale sistema a volte ripagava generosamente. Altre volte la morte prematura del piccolo, un suicidio, un incidente o un semplice non completo sviluppo a causa dell’interazione sbagliata con l’ambiente circostante rendeva il tutto inutile. In questo modo la comunità perdeva i soldi risparmiati e l’investimento era totalmente inutile, creando nuove forme di disagio, di malessere e di violenza.
Per ridurre questa situazione, una recente riforma politica aveva aperto la possibilità di ripagare l’opzione genetica, scelta dalla famiglia, direttamente dall’individuo una volta che diventava adulto. Una possibilità limitata a cinque opzioni. In questo modo la comunità non doveva investire i risparmi ma sarebbe stato l’adulto a ripagare il debito in maniera equilibrata ed estesa su tutta la propria probabilità di vita. Questa nuova proposta aveva reso la scelta delle opzioni ancora più attenta, interessante e ampiamente accettata dalla società.
Luigi e Virginia avevano pagato direttamente le opzioni della prima figlia. Dopo un anno dalla nascita di Polly, quando decisero di procedere ad una seconda gravidanza, non avevano molti investimenti. Quindi decisero di procedere ma di adottare il nuovo sistema di prestito che sarebbe stato ripagato direttamente dal nuovo nato.
Il giorno dopo mentre erano in macchina per recarsi all’ospedale, Virginia disse a Luigi:
- “Quali vantaggi porterà un maschietto nella nostra vita?”
- “Potrà sempre aiutare Polly nella vita sociale, sostenendola economicamente se ne ha bisogno. Attiveremo sicuramente l’intelligenza analitica, no?”.
- “Ma no, ci sei già tu con l’intelligenza analitica. Forse passerà in maniera naturale, no?”
- “Si, ma meglio essere certi no?”
- “Si, hai ragione. Ma non so se voglio un maschio”, aggiunge Virginia.
- “Come? È normale avere un maschio dopo una figlia femmina, no?”
- “Si ma perchè non scegliere una bambina. Vedi la nonna e la zia. Sono due sorelle, si vogliono bene, sono sempre con noi. Ci aiutano tanto. Perchè non regalare alla piccola Polly una sorella? Sarà una perfetta compagna di giochi per Polly. Io comincio ad avere più responsabilità in ufficio questo periodo, non ho tanta voglia di rinunciare al lavoro per dedicarmi a pieno all’educazione di un maschietto. E poi dobbiamo comprare nuovi giocattoli, vestiti, fare corsi per l’educazione maschile ecc… Se optiamo per una bambina sarà tutto più semplice. Poi sarebbe un regalo alla nonna e la zia vederle insieme come sorelle come lo sono state loro”.
Luigi la guardo’ attentamente e le disse:
- “Ma sei sicura? Per me è uguale, sai. Polly è la cosa più bella che mi sia successa, dopo te amore. E mia madre e la zia sono due angeli per aiutarci e sostenerci. Al lavoro sono circondato da uomini e ragazzi, quindi vivo il mondo maschile a pieno con i miei colleghi e compagni. Penso che sia importante per te avere un bimbo”.
- “Ma no, queste teorie di avere un figlio diverso da proprio sesso per sentirsi ripagati. Non ci ho mai creduto. Ascolta Luigi, avere una figlia femmina lo vedo più semplice per tutta la famiglia, dobbiamo pensare a concentrare gli sforzi”.
- “Non so”.
- “Ma sì, non ho voglia di gettarmi in corsi per la crescita di un maschietto e tutto quello che comporta. Io ho deciso. Sarà una bambina, attiviamo le cinque opzioni previste per essere ripagate con il debito personale futuro a sue spese e possiamo confermare lo stesso colore di pelle di Polly, per farle sentire unite. Probabilmente non verrà bionda, prenderà un po’ da te e un po’ da me in maniera casuale”.
- “Va bene, come vuoi. Quali opzioni scegliamo?”
- “Di ottimista e solare abbiamo già Polly. Possiamo optare per una bambina curiosa, diligente e proiettata per essere un medico, no? Non abbiamo professionisti in casa, soprattutto nell’area sanitaria sarebbe utile per noi. Ora la nonna, la zia che iniziano a fare anziane sarebbe una buona idea”.
- “Penso’ che saranno emozionate di questa scelta”.
- eSi non è la normalità avere due figlie femmine. Ma perchè no? Non è poi così rivoluzionario come fare un terzo figlioe.
- “Ah no quello no”, aggiunge Luigi ridendo.
- “Mi sembra che cosi vada bene”, aggiunse Virginia mentre entravano in clinica a finalizzare la pianificazione. Virginia sentiva su di sé la responsabilità delle scelte della famiglia. Non voleva sbagliare. Aveva dormito poco per riflettere attentamente e pensava che fosse una buona decisione.
La sera erano tutti a tavola. Virginia aveva invitato la nonna e la zia per poter condividere la notizia.
- “Oggi siamo state in clinica per la pianificazione di una nuova gravidanza”, annuncio’ Virginia.
- “Che bello!. Saremo felici di avere un secondo bel giovanotto in casa”, aggiunse la nonna.
- “Bene, non preoccuparvi, vi aiuteremo come possiamo per le opzioni. Ho messo via qualche piccolo risparmio quest’anno”, aggiunse la zia mentre passava il biberon alla bellissima Polly. “Siamo così contente della nostra nipote”.
- “Si sappiamo che possiamo contare su di voi e ne siamo contenti. Ma non preoccupatevi. La nuova legge ha iniziato già a produrre degli effetti positivi. Molte famiglie non devono più indebitarsi e il futuro individuo potrà pagare direttamente le spese una volta adulto. E’un sistema molto vantaggiosa”, aggiunse Virginia.
- “Anche io sono contenta di aver fatto delle buone scelte con te, Luigi”, disse la nonna “Sai tuo padre aveva insistito di prendere l’opzione dell’intelligenza analitica per poterti lanciare nella finanza, come hai fatto”.
- “Siamo stati tutti fortunati”, aggiunge Luigi guardando la piccola Polly.
- “Bene, quindi fra nove mesi un bel maschietto”, aggiunse la nonna.
- “Ehm no, penso di no”, disse Luigi.
- “Come no?”
- “Abbiamo deciso per una bambina”.
- “Una bambina? Due sorelle? Oh, quale sorpresa”.
Una piccola lacrima scese dalla guancie della nonne e della zia. Nella loro generazione c’erano ancora delle sorelle, ma oggi non più. I loro genitori non avevano soldi per la scelta del sesso, che non era ancora divenuta gratuita. Loro erano cresciute insieme, sostenendosi in ogni momento. Camilla si era sposata e Susy aveva deciso di restare nel nubilato per poter meglio assecondare Camille e restarle accanto.
I nove mesi passano. Mary venne alla luce. Era bruna, con gli occhi marroni e la pelle chiara. Le due piccole crebbero insieme. Polly era sempre allegra, pronta alle uscite, alle serate e a prendere tutto con leggerezza. Mary era analitica, studiosa, attenta alle attività a scuola. Luigi e Virginia erano soddisfatte delle loro scelte. Le due piccole passavano molto insieme quando erano in casa. All’esterno o in pubblico erano scambiate spesso per due amichette. Luigi e Virginia assecondano tale idea, per non farle sentire a disagio in una società dove le sorelle erano rare.
L’adolescenza passo’ senza grandi sorprese. Virginia era ormai dirigente nella sua impresa, a cui aveva dedicato tutte le sue energie. Luigi era anche lui in posizione manageriale. Polly era fidanzata con un ricco ereditiero di una bella famiglia. Mary aveva iniziato gli studi di medicina. La nonna e la zia erano morte purtroppo quando le due piccole erano giovani, perdendo così la possibilità e l’esempio di cosa voleva dire essere sorelle.
- “Tutto procede come abbiamo programmato, non è fantastico?”
- “Certo amore”, rispose Virginia.
Un giorno arrivò qualcuno dell’ufficio debiti. Virginia lo fece accomodare. L’agente spiego’ a Virginia che Mary doveva iniziare a restituire le opzioni attivate.
- “Da adesso? Ma deve ancora finire gli studi di medicina. Non lavora attualmente”.
- “Si, ma ha già la maggiore età”.
- “Si ma non lavora”.
- “Poco importa. Potrà fare dei piccoli lavoretti o voi potete aiutarle nel pagamento della retta mensile per i suoi vantaggi”.
Virginia spiego’ la situazione a tutta la famiglia.
- “Dobbiamo aiutarci l’uno con l’altro. Non possiamo lasciare Mary non finire i suoi studi per pagare la retta”.
Mary era senza parole. Non aveva mai saputo della sua condizione diversa rispetto alla sorella sul pagamento della tassa. Aveva intuitivamente compreso che i genitori avevano fatto due scelte diverse sugli attributi e non se ne lamentava. Amava sua sorella e aveva apprezzato con tempo la sua diversità rispetto a Polly.
Le spese iniziarono ad essere pagate regolarmente e senza difficoltà da Virginia e Luigi, considerando la loro buona situazione economica. Per un po’ di tempo nessuno parlò più delle spese per la retta. Mary si dedicò ancora con maggiore impegno nei suoi studi per poter concludere ed essere indipendente nella sua vita, in modo tale da poter anche pagare la sua tassa da sola. Apprezzo’ l’aiuto dei genitori e le loro scelte con lei. Stava diventando una donna apprezzata, impegnata e attiva nella medicina.
Polly era stata programmata per il matrimonio in tutta la sua vita. La scuola l’aveva lasciata per poter essere libera di dedicarsi a sé, una scelta che Virginia e Luigi avevano condiviso senza porre problemi. I maschi la importunava di continuo e la sua capacità di gestione dei soldi o della sua vita era pari a zero considerando le attenzioni eccessive ricevute e data alla sua famiglia tutto il tempo. Polly aveva anche fatto qualche comparsa in tv, veniva chiamata regolarmente per fare delle sfilate di moda e si impegnava anche come hostess in cerimonie di gala. Un futuro di successo si apriva davanti a lei in attesa del matrimonio.
Un giorno Polly rientro’ a casa contenta e a tavola annuncio’ a tutti:
- “Ho lasciato Andrew”.
- “Cosa?”, gridarono tutti insieme? “Ma sei pazza?”
- “Si, era un imbecile. Interessato solo alle auto e alle piscine. Non è la vita che voglio. Come Mary, come te mamma e come te papà voglio anche io affermarsi nel lavoro e non vivere da parassita”.
- “Ma Polly non hai competenza…”
- “No, ma posso creare. No? Anche Mary si impegna tutti i giorni per essere medico. Io mi impegnerò tutti i giorni per essere una professionista come voi”.
- “Ma per te abbiamo immaginato altro…”, disse Virginia.
- “Cosa?”, disse Polly, “cosa avete immaginato per me mamma?”
- “La tua missione nella vita è quella di portare gioia agli altri, piacere, benessere, ottimismo a tutti noi e ai tuoi amici, come hai sempre fatto”.
- “E questo vuol dire che non potrò’ mai essere una persona di talento?”
- “Ma sei già una persona di talento. I tuoi talenti, che abbiamo pagato cari, sono i talenti diversi da quelli di Mary e finalizzati ad essere una donna e moglie di successo nello spettacolo o in tv”.
Mary prese a sorridere mentre mangiava. Lei sapeva di essere più intelligente di Polly, anche se non aveva la vita movimentata come quella della sorella. E poi sapeva che lei costruiva il suo futuro per tutta la vita: una professione, una competenza specifica e l’entrata in un mondo professionale di prestigio. Se Polly non usufruiva al meglio della sua bellezza ora che era giovane con un buon matrimonio cosa avrebbe fatto dopo?
- “Ma cosa ridi?”, disse Polly alla sorella.
- “Ma dai Polly. La sola cosa che sai fare è organizzare feste e fare la reginetta della serata. Poi provare a fare questo come lavoro”, disse Mary ridendo e facendo sorridere anche Virginia e Luigi.
- “Ma cosa credete? Che sono una stupida? Che la sola intelligente qui è Mary e io devo solo passare il mio tempo davanti allo specchio?”
- “Bè è quello che fai!”, replicò Mary.
- “Smettete di litigare. Abbiamo fatto delle scelte diverse per voi due perchè pensavamo che era meglio per l’equilibrio della famiglia. Ora tocca a voi mettere a frutto le vostre opzioni attivate”.
- “Ok ma io non voglio essere quello che avete deciso voi. Ho smesso la scuola e non avete mosso un dito per farmi cambiare idea. Non ho mai studiato e non ve ne siete mai preoccupati. Tu mamma non sei mai stata accanto un’ora a fare i compiti con me e invece hai passato tutti i pomeriggi con Mary perché era importante che lei andasse bene a scuola, no?”
- “Si ma era per lasciarti libera per fare altro a cui sei destinata”.
- “Ma io sono anche altro rispetto alle opzioni che avete scelto per me”, grido’ Polly mentre saliva in camera sua.
Virginia, Luigi e Mary continuarono a discutere: cosa fare di una figlia programmata e allevata per il matrimonio? Perchè Polly non faceva la sola cosa che doveva fare: continuare ad essere viziata, adorata e corteggiata come era sempre stata? Perchè si ribellava alle evidenze?
- “Forse la nostra influenza. Forse siamo tutti più intelligenti di lei. Abbiamo tutti l’intelligenza analitica attivata tranne lei…”
- “Dovevamo metterla anche a lei questa opzione”.
- “Non avevano 10.000 mila euro in più per un’opzione supplementare…”
- “Si ma…”
- “Perchè non gli avete fatto pagare a lei le opzioni come nel mio caso?”
- “Perché nella sua generazione non era ancora possibile. A partire dalla tua si”.
- “Ah, ok”, disse Mary soddisfatta della risposta. Diede un bacio ai genitori e tornò in stanza.
Polly da quel giorno iniziò a cambiare. Si vestiva trasandata, mangiava volutamente male e di più cerco di ingrossare. La pelle iniziò a diventare grassa e lucida. Passava il suo tempo davanti al computer a imparare le lingue, fare dei corsi online che seguiva con grandi difficoltà. Non aveva metodo, non sapeva come studiare. Nessuno si era interessato alla sua educazione fin’ora.
Virginia e Luigi erano troppo presi con il loro lavoro per poterla seguire durante la giornata. La sera era diventato un problema per tutti.
- “Polly non puoi farci questo! Abbiamo pagato per godere dei tuoi attributi: la bellezza, l’ottimismo; il benessere che ci avresti procurato. E poi fallo anche per te stessa. Sei ridicola grossa”, le disse Virginia guardandola.
- “In una società basata sul lavoro, o ti proponi nello spettacolo come modella o ti basi sul tuo cervello. Nel tuo caso penso che sia meglio concentrarti sul tuo fisico, sorella. Ormai è troppo tardi per poter aumentare le tue capacità cognitive”.
Polly non rispose. Guardava in faccia la realtà per la prima volta. Non aveva mai visto i suoi attributi come un valore da preservare o utilizzare in maniera obbligatoria, non avendo altro. Era persa nei suoi pensieri. Perchè Mary era diventata così aggressiva con lei? Perchè la madre la considerava incapace? Perché il padre preferiva ormai passare tutto il tempo a lavoro invece che a casa? Perchè nessuno le diceva che poteva farcela?
Da quel giorno queste questioni pungolano Polly tutto il tempo senza che trovò una risposta. Non voleva accettare la realtà come gliel’avevano presentato. Non voleva piegarsi ad un copione già scritto e deciso a tavolino. Decise quindi di recarsi ad una clinica privata per saperne di più su se stessa. Fece uno screening del DNA e vide la lista dei suoi attributi. Dalla lista scopri’ che tra i tanti aspetti, oltre quelli scelti dai genitori, ce n’erano altri naturali, tra cui le competenze analitiche. Polly pianse nel leggere la lista. Anche lei aveva delle buone competenze di intelligenza che non aveva mai utilizzato durante tutta la sua scolarità a causa della convinzione dei genitori che pensavano non ne avesse diritto.
La tristezza le riempi il cuore. Nello stesso tempo questa informazione le diede coraggio. Voleva ricominciare la sua esistenza su delle basi diverse di quelle pianificate dagli alti.
Decise di andare a vivere da sola e provare a costruire la sua vita partendo da sé, dalle sue sensazioni, dalla sue risorse, da quello che pensava lei di se stessa. La lista degli attributi naturali del suo DNA era appeso alla porta della sua camera. Era su quelli che voleva costruire il suo futuro. L’ottimismo, la fiducia, il senso di benessere e la sua bellezza divennero le leve per sopportare lo studio, la fatica, il senso di dovere, i lavori umili e raggiungere i suoi obiettivi. Con il tempo era diventata una donna completa e felice. Dopo qualche anno si riconciliò con la sua famiglia, conobbe un ragazzo e si sposò. Al momento della scelta della sua gravidanza fece la sola cosa che contava e che nessuno faceva da generazioni: non attivo’ nessuna opzione, neanche quelle gratuite. Avrebbe accolto la vita ed l’avrebbe accettata nella sua totale impredibilità.