L’Esperienza
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Il vecchio entrò nella sala mentre tutti erano lì seduti a guardare l’ologramma formatore che proponeva il discorso motivazionale della settimana. Ormai gli ologrammi avevano sostituito le segreterie nelle aziende. Tutti erano connessi tramite casco a una situazione virtuale comune, da svolgere collaborativamente sotto la guida esperta. Qualcuno tolse il casco per vedere cosa succedeva, avendo visto il rallentamento delle reazioni degli altri sullo schermo comune. Il vecchio aspetto’ che almeno uno sguardo si posasse su di lui per domandare:
- “E’ qui la riunione?”.
Nessuno gli rispose. Alcuni avevano già ripreso la caccia online ludica per la finalità motivazionale dell’azienda. Prima di rimettere lo schermo o riprendere l’attività alcuni avevano fatto solo un vago cenno di fastidio e, nei migliore dei casi, di noncuranza verso il vecchio. Una giovane donna si intrattenne un po più a lungo per poter rispondere:
- “Si, siamo in riunione. Cosa cercate?”
- “La riunione dell’updating”.
Sotto i caschi qualcuno scoppiò a ridere. La giovane donna rimase serie e gli disse:
- “Se volete vi accompagno io”.
- “Grazie”.
Amelia, dai lineamenti dolci e materni, si alzò facendo segno all’ologramma che stava uscendo e mettendo pausa sul suo apparecchio. Fece un sorriso al vecchio e gli fece strada.
Era un vecchio dalla lunga barba bianca, con la testa ricoperta da folti capelli bianchi che partivano in tutte le direzioni. Solo l’andatura curva e magra lo mettevano al sicuro rispetto alla comparazione con un babbo natale.
- “Quanti anni avete?”
- “Novantacinque!”
- “Ah complimenti. Sicuramente ne avete di cose prima grande sostituzione.
La “grande sostituzione” a cui si riferiva Amelia era la rivoluzione che aveva intaccato la società con l’invasione degli ologrammi intelligenti e della robotica. I nuovi esseri intelligenti avevano conquistato in maniera repentina diversi posti nella società, non solo nelle operazioni manuali, come molti si aspettavano, ma anche intellettuali. Una sostituzione attesa ma a cui molti erano restati impreparati e che aveva creato dei grandi disagi economici, etici e psicologici. La frattura nella società era stata intensa e per questo la storia recente si separava ormai tra prima e dopo la grande sostituzione. Il vecchio appartiene senza ombra di dubbio alla pre-sostituzione, fatta di iPhone, ipad, Mac e portatili, realtà virtuale e aumentata con il limite della connessione materiale.
- “Ho fatto un corso di storia della pre-sostituzione”, gli disse la donna.
Ibridazione, visione telepatica, antenne cerebrali e tanto altro ormai era nella vita di tutti i giorni. La donna penso’ con romanticismo ai pomeriggi che il vecchio aveva sicuramente passato con i videogiochi solitari nella sua stanza.
Arrivarono all’ufficio update. Il vecchio era stato convocato per un corso di aggiornamento obbligatorio.
- “Se volete facciamo la pausa pranzo insieme, mi piacerebbe saperne di più sulla pre-sostituzione”.
- “Va bene”, disse il vecchio entrando nell’ufficio.
Si ritrovarono a pranzo insieme. Amelia amava passare del tempo con gli anziani. Non aveva mai conosciuti io suoi nonni, morti nella pre sostituzione e i suoi genitori appartenevano alla generazione che ne aveva pesantemente sofferto gli effetti. Per questo non parlavano tanto con lei della loro vita prima dell’invasione tecnologica.
La giovane donna comando’ all’ologramma un pranzo leggero per entrambi a base di succhi nutritivi di proteine e carboidrati. Da bere comando’ dei minerali attivi. Il vecchio lasciò’ fare la giovane donna, non era più da tempo padrone della sua vita. I vecchi come lui erano completamente seguiti e monitorati come delle galline in batteria intensiva della pre-sostituzioni. Lui aveva perso da tempo il gusto del mangiare e la sua età non aiutava non più a sentire il gusto. I succhi gli andavano bene.
Ma cinquant’anni avanti l’avrebbe pensata in maniera diversa.
- “Vivete dove?”
- “Vivo solo nella residenza comune alla periferia della città. Non vengo spesso in città, oggi mi hanno chiamato per l’aggiornamento obbligatorio….”
- “E come è andata oggi?”
- “Non so, io…non ho capito molto. Devono mettermi delle antenne nel cervello per ricevere dei messaggi. Non ho famiglia, non ho amici…”
- “Si ma con questo sistema potrete ricevere in tempo reale delle comunicazioni politiche, nazionali, di avvertenza oppure semplicemente del vostro medico, dei promemoria in merito alle visite periodiche. Siete ormai in pochi a non avere l’antenna, si stima il 10% della popolazione”.
- “Non so, non credo di averne bisogno. Alla mia età…”
- “Si proprio alla vostra età”, lo interrompe Amelia in maniera entusiasta, “diventa una necessità in più. Immaginate di avere un malessere in casa, per di più che vivete solo. Con il solo focus della concentrazione mentale potete inviare un messaggio di allerta per i soccorsi. Pratico no?”
Il vecchio la guardava con occhi tristi e assenti. Si domandava perché dovesse chiudere gli occhi e far venire i soccorsi se tutto quello che voleva era dormire per sempre e ritrovare nell’aldilà un mondo che conosceva e in cui si sentiva a suo agio. Amelia continua a parlare dei vantaggi e delle potenzialità della tecnologia con il suo giovane entusiasto. Il vecchio non la ascoltava più da un pezzo e alzava i suoi occhi su di lei regolarmente mentre succhiava i suoi pasti proteici. Gli sembrava di non aver fatto la pausa pranzo ma la continuazione della formazione della mattinata. Il suo sguardo si posò sulla finestra fuori e vide un drone passare, un elicottero privato, un’auto ecologica volante, dei passanti in speciali attrezzature e dei bambini nel parco con dei caschi. Distolse lo sguardo, il verde dei suoi succhi era forse più riconoscibile e rassicurante per lui.
- “Devo rientrare? Volete che vi riaccompagno in aula?”
Il vecchio fece di sì con la testa. Non sapeva neanche a che piano fosse.
- “Avete figli?”
- “Si, uno. Vive in Asia, da qualche parte. Dei piccoli nipoti anche. Gli ologrammi sono tanto carini con me. Loro li vedo qualche volta. Non so…”
Il vecchio sembrava confuso. Amelia si sentiva in colpa di avergli posto troppe domande e forse aveva parlato troppo. Lo lascio’ in aula con la sensazione di avergli fatto più del male che del bene con la sua presenza.
Per farsi perdonare decise di farsi trovare all’uscita dell’aula. L’avrebbe accompagnato a casa. Amelia sapeva di essere invadente e troppo eccentrica. Gli fece un gran sorrise e gli propose di dargli un passaggio. Il vecchio accetto’ rassicurato. Da tempo era diventato completamente passivo nelle sue scelte. Non aveva voglia di niente e quello di cui aveva voglia non era più là per ritrovarlo. Sospirò e si mise in macchina.
Amelia non parlo’. Aveva compreso che il vecchio era stanco e non voleva disturbarlo. Arrivati alla residenza comune con le stanze individuali dove viveva il vecchio, Amelia senti una grande tenerezza. Erano dei vecchi appartamenti bunker, con delle micro stanze e degli spazi comuni gestiti da servizi robotizzati per le pulizie e la cucina condivisa. La gente in questo modo poteva prendere i succhi quando voleva e l’ambiente era garantito pulito con delle procedure automatiche. Amelia gli diede un bacio sulle guance. Aveva visto fare così in qualche vecchio documento della pre-rivoluzione. Il vecchio ebbe un attivo di risveglio dalla sua apparente assenza e gli restituì un sorriso. Il vecchio aveva già da tempo regolato tutte le procedure per la sua morte. Tutto era pronto e lui aspettava solo il momento finale, con accettazione e pazienza. Molti della sua generazione erano morti nella pre-sostituzione. Lui era stato, come molti di loro, un partigiano per il diritto ad una vita senza invasione della tecnologia. Lui e i suoi amici avevano fallito. Poi la morte o la depressione avevano portato molti di loro nella tomba. Sua moglie anche. Una donna buona a cui ogni tanto sorrideva nei suoi ricordi. Lui apparteneva ai condannati a vivere in una società a cui non apparteneva. Da giovane aveva vissuto in campagna, amava lo sport, le escursioni e la natura selvaggia. Con il tempo la campagna era stata conquistata dalla tecnologia e oggi non sapeva se esisteva ancora qualcosa che potesse dirsi selvaggio. Su Marte non aveva mai voluto andarci. Molti che conosceva erano immigrati laggiù per segnare un nuovo inizio alla loro vita. Le dimensioni del pianeta e alcune difficoltà nell’esplorazione del territorio rendevano alcuni territori ancora vicini a quello che lui considerava selvaggio.
Amelia prese a recargli visita regolarmente. L’aveva adottato come nonno e lei sperava che con il tempo anche lui lo accettasse come nipote, scherzava con i suoi amici. Loro la consigliavano di non mischiarsi nella vita di un partigiano fallito, magari poteva un giorno farle del male. Una sorta di razzismo era nata verso i non aderenti e sostenitori della tecnologia, come degli anti-umanità che meritavano solo l’indifferenza e l’esclusione. Lei ricordava ai suoi amici che il partigiano di cui parlavano aveva oltre novant’anni e la dolcezza addosso.
Dopo qualche tempo, entrambi avevano iniziato a comprendersi. Amelia strappava qualche sorriso sotto la barba del vecchio mentre lo accompagnava a fare delle brevi passeggiate nella città. Aveva imparato a contenere le sue domande, a rispettare i suoi tempi e le sue apparenti assenze. Con lui aveva calmato la sua adrenalina che l’aveva sempre caratterizzata. Amelia aveva chiesto al suo professore di storia di iscriverla in un percorso di ricerca sulla pre-sostituzione e aveva deciso di raccogliere la storia del vecchio. Ne aveva parlato al vecchio e lui aveva accettato. Parlare del passato con la piccola, come la chiamava, gli piaceva. Parlava tanto di sua moglie, degli amici e della gente che aveva conosciuto ma anche tanto delle avventure nella natura, delle escursioni in montagna. Era questa la nostalgia più grande del vecchio: le escursioni.
- “Cosa darei per immergermi nella realtà di un tempo”.
Amelia aveva compreso dai racconti del vecchio che il rapporto con la natura era il suo principale malessere. L’avventura di coltivare delle piante, di cucinare dei buoni pasti con i prodotti veri, di sentire gli animali e gli insetti nel giardino. E poi andare le passeggiate nella campagna aperta, senza confini, senza cemento, senza droni, senza tecnologia. Sentire addosso solo il vento e la brina.
- “Sembra bello”, gli disse Amelia.
Lei era cresciuta nella post-sostituzione, adattandosi in pieno alla realtà che conosceva, fatta di socializzazione costante, di controllo, di informazione, di assenza di tempo e di spazio. A scuola apprendeva che il silenzio, la solitudine, il disordine, la mancanza di controllo, la paura dell’estraneo e dell’incontro era un male che era stato sconfitto completamente dalla tecnologia. L’uomo era padrone di sé, del suo ambiente e del spazio galattico attorno alla terra. Un’avventura umana al suo apice, dove le debolezze erano minimizzate e ridotte a quasi niente. Tutti vivevano veloci, intensamente, socializzando e apprendendo competenze specifiche. Alle mancanze fisiche o psicologiche ecco che la scienza veniva a soccorso con degli impianti nel corpo o neuronali. Amelia non aveva mai messo in dubbio il suo mondo prima di conoscere il vecchio.
Raccolse su un supporto di cloud i racconti del vecchio e uno speciale software permetteva di trasformare i racconti del vecchio in immagini. Poi Amelia li rivedeva quando era sola, per cercare i dettagli nella conversazione successiva e completare i paesaggi. Per lei ricostruire quel mondo ormai passato era una vera missione. Voleva fare una sorpresa al vecchio quando avrebbe concluso.
Un giorno andò a ritrovare il vecchio. Ma lui non c’era.
- “Raggiungetelo all’ospedale”, gli disse una donna del palazzo collettivo.
Amelia attraverso’ tutta la città e lo ritrovò su un letto, con un sorriso bonario sulle labbre.
- “Mi fa piacere rivederti”.
Amelia era li per lui. Attivo’ il suo cloud e disse al vecchio:
- “Solo per oggi, ecco a voi un casco di realtà virtuale. Indossalo per me”.
- “Va bene”, disse il vecchio sorridendo debolmente.
Amelia era in connessione virtuale con lui. Il vecchio si ritrovò nei paesaggi che lui conosceva e che aveva descritto fin nei minimi dettagli ad Amelia. Il vento accarezzo’ il loro viso, il suono delle cicale gli accolse, un campo verde si stendeva davanti a loro. Il vecchio sorrise emozionato, le lacrime scesero sul suo viso. Cerco’ e strinse forte la mano di Amelia. Nella realtà virtuale fecero un breve tratto di cammino insieme.